Dante: il Sommo Poeta del cielo

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Il 25 marzo è la giornata dedicata a Dante Alighieri, data istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri, che prevede celebrazioni letterarie e scientifiche in tutta Italia, soprattutto quest’anno in cui ricorrono i 700 anni della morte del sommo poeta.

Il grande valore di Dante e delle sue opere non ha certo bisogno di presentazioni, quello che invece è interessante approfondire è il legame tra il sommo poeta e le scienze astronomiche, su cui è basata gran parte della costruzione della Divina Commedia.

E quindi uscimmo a riveder le stelle“: sono i versi forse più conosciuti e replicati in molte occasioni, quelli con cui Dante sceglie di chiudere l’Inferno, imprimendo così un messaggio di speranza, quella di rivedere la luce dopo un viaggio fatto di tenebre e oscurità, un modo per trovare conforto nello splendore del cielo stellato.

Ma le stelle sono un emblema, il soggetto con cui il sommo poeta sceglie di chiudere tutte le tre cantiche dell’opera, che è costellata di eventi astronomici.

L’astronomia della Divina Commedia è quella basata sul Sistema Tolemaico, secondo cui il Sistema Solare è una grande sfera in cui la Terra è posta al centro e attorno ad essa ruotano, su una serie di sfere concentriche, il Sole, la Luna e gli altri pianeti; il tutto è circondato da un’ultima sfera che è quella delle stelle fisse e che rappresenta il confine dell’Universo.

Sulla data dell’inizio del viaggio dantesco attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso vi sono diverse ipotesi tutte ancora in fase di valutazione, in cui si distringuono principalente due correnti di pensiero diverse e contrapposte: una è quella dei critici letterari che collocano la data in un periodo compreso tra il 5 e l’8 aprile, ovvero tra il Giovedì Santo e parte della settimana successiva alla Pasqua del 1300; per gli astrononomi invece la data di inizio del viaggio di Dante nella Divina Commedia sarebbe collocata tra il 25 marzo e il 2 aprile, con riferimenti astronomici che trovano una certo riscontro con le effemeridi del 1300.

Dante però avrebbe potuto anche iniziare il suo viaggio qualche anno più avanti ed essersersi servito delle effemeridi dell’anno 1300/1301.

Nei versi delle tre cantiche, a cominciare dall’Inferno, Dante fa dei precisi riferimenti circa i fenomeni astronomici che lo hanno accompagnato durante il suo viaggio: parla della Luna in fase di piena all’inizio del suo peregrinare, del Sole in Ariete, del pianeta Saturno nel Leone, in Purg. XI, 106-108 Dante accenna addirittura al lentissimo moto di precessione degli equinozi; egli descrive la presenza di Venere visibile nel cielo del mattino nella costellazione dei Pesci “Lo bel pianeto che d’ amar conforta Faceva tutto rider l’oriente, Velando i Pesci ch’erano in sua scorta. Purgatorio, I, 19-21″ .

Ma ci sono riferimenti anche al rosso pianeta Marte, alle macchie lunari, all’arcobaleno.

C’è dunque un nesso molto chiaro tra la  Divina Commedia e l’astronomia, che assume un ruolo portante nella descrizione e nella struttura dell’opera.

Nella Divina Commedia Dante immagina la Terra divisa in due emisferi, e colloca Gerusalemme al centro di quello boreale, e sotto la città immagina che vi sia la voragine dell’Inferno; agli antipodi della città invece, nell’oceano dell’emisfero australe, sorge la montagna del Purgatorio alla cui sommità si trova il Paradiso.

Un viaggio poetico che attraversa la letteratura, la storia, la scienza, la religione, la politica, la morale che punta alla bellezza della luce, a cui si arriva dopo aver affrontato e squarciato le tenebre.

Per finire ecco i versi con cui Dante descrive la nostra casa galattica nel Paradiso:

“Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia tra ‘ poli del mondo Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi.

Paradiso, XIV, 97-99″.

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